Torino, Allianz Stadium: è in questo luogo iconico per il calcio italiano che tra il 18 e il 19 novembre 2025 si è svolta l’ottava edizione del Social Football Summit, il più importante evento italiano riguardante la football industry. Una kermesse che attrae personaggi di spicco del mondo calcistico nazionale e internazionale per parlare e confrontarsi su tematiche di attualità che toccano questo settore, che ogni anno produce un giro d’affari da miliardi di euro.
Una location unica
Nella cornice dello Juventus Stadium, dove i partecipanti hanno anche potuto esplorare, fotografare e ammirare tutti gli spazi del primo impianto moderno di proprietà di un club, dalle tribune agli spogliatoi passando per il campo e i locali riservati alla stampa, ci si è dunque ritrovati a parlare di cinque macro argomenti afferenti il mondo del calcio: media, fan engagement e digital disruption; tech e innovazione; area economico-finanziaria; impact, inclusione, diversity, responsability e sostenibilità; salute e turismo. In questo contesto all’avanguardia per l’Italia, grazie al Master MASPES abbiamo potuto muovere i primissimi passi nella football industry per conoscerne meglio il funzionamento grazie ai numerosi panel di discussione presenti in questi due giorni, che si susseguivano ininterrottamente dal mattino fin al pomeriggio inoltrato, offrendo un’ampia scelta di argomenti e di prospettive su un mondo articolato come quello del calcio.
Uno degli interventi più interessanti del martedì è stato certamente quello di Igli Tare, direttore sportivo del Milan, che intervistato dal giornalista di SkySport Luca Marchetti ha ripercorso la sua storia professionale, raccontando come è arrivato a diventare il DS di due grandi club come Lazio e Milan e fornendo spunti interessanti su come svolgere al meglio questo importante ruolo. Secondo Tare, infatti, più che l’analisi dei dati è fondamentale l’attitudine e il comportamento dei giocatori in determinate situazioni, e il loro modo di fare, ha rivelato, è uno dei criteri principali con cui sceglie un giocatore poiché sulla tecnica – ha affermato – ci si può lavorare più facilmente che sulla mentalità.
Ma questo è solo uno dei possibili modi di approcciare questo lavoro. Abbiamo infatti potuto ascoltare anche la voce di Carlalberto Laudi, il DS del Como Calcio, nel corso del panel “Lavorare nello sport business”, presentato da Leap Academy e in cui sono intervenuti, oltre allo stesso Laudi, varie figure di rilievo del panorama calcistico con diversi ruoli, tra cui il Presidente della Lega Serie B Paolo Bedin, il CEO del Como Francesco Terrazzani e quello del Deportivo La Coruña Massimo Adalberto Benassi, oltre al capo scouting del PSG Pasquale Sensibile. Laudi ha sostenuto che per costruire una squadra e capire i giocatori che servono è fondamentale avere ben presenti i dati e le statistiche per acquistare il giocatore ideale che risponde alle esigenze di quel momento.
In ascolto dei protagonisti
Un altro intervento di rilievo è stato quello del portiere della Juventus Mattia Perin che, insieme alla mental coach Nicoletta Romanazzi, ha parlato della salute mentale all’interno del calcio, sottolineando che troppo spesso questo aspetto non viene preso seriamente dal pubblico, mentre in realtà influenza enormemente sia le partite sia le carriere dei giocatori, fino al punto di spingerli a interrompere precocemente la loro carriera perché non a loro agio con la propria salute mentale.
Bilanci e prospettive
Sono stati sicuramente due giorni carichi di input, informazioni e spunti forniti dagli esperti del settore e di cui coloro che in futuro lavoreranno nella football industry trarranno il massimo per diventare la prossima generazione di manager sportivi. Ma il Social Football Summit non è stato solo questo, si è rivelato anche un’occasione preziosa per fare networking, iniziare a farsi conoscere e affacciarsi a questo mondo.
